Tempo di vacanze e tutti sono un po’ più felici.
L’ultima settimana di giugno è stata l’occasione per i ragazzi del quartiere dai 9 ai 13 anni di fare una bellissima esperienza di vacanza in montagna.
L’organizzazione, gestita dalla parrocchia di San Galdino e guidata dal parroco, ha permesso a 40 ragazzi di vivere un’esperienza particolare, diversa da quelle normalmente vissute: una settimana di vita in comunità.
Abbiamo viaggiato in pullman verso la località valdostana Champorcher.
A questo punto è iniziata l’avventura.
Sì, avventura… perché non è stato facile staccarsi dalle logiche quotidiane di ciascuno, spesso legate a schemi inculcati e ripetuti e ad una vita individualista.
E’ stato necessario mettersi in gioco e provare a vivere una settimana di gioie, fatiche, emozioni condivise e quindi vissute più intensamente.
Per chi ha fatto l’esperienza di educatore è sempre sorprendente vedere come i ragazzi cambino con il passare dei giorni.
Certamente i litigi non mancano, ma si vede affiorare piano piano nei ragazzi uno spirito di aiuto e collaborazione impensabili nei primi giorni.
Si vede come l’egoismo ceda molto spesso il passo alla generosità, come i ragazzi si aiutino nel caso manchino a qualcuno delle cose, o nel lavoro quotidiano di aiutare a pulire e preparare la tavola.
Spesso chi è più capace non recrimina nei confronti di chi è più lento o meno abile, ma anzi si offre di compensare.
Ci sono stati giorni intensi (per esempio con lunghe camminate in montagna) ma si nota come la gioia della meta dia ai ragazzi la forza di proseguire (alcuni magari a casa fanno storie per spostare un bicchiere).
Ogni ragazzo ha alle spalle una propria vita familiare, alcune di queste vite certamente non sono facili e ricche di amore, altre invece sono più fortunate, magari piene di regali e attenzioni.
Spesso si nota però che il senso profondo della vita non è oggetto di discussione nei vari ambiti in cui il ragazzo si confronta.
Quello che si è cercato di offrire ai ragazzi, oltre alla vacanza in se stessa, è un tentativo di ricerca e di approfondimento dell’esperienza dell’amore di Dio.
Sempre di più le persone comprendono che vivere solo per se stessi non riempie di gioia, anche se siamo continuamente bombardati da questo messaggio, ma che la vera gioia e la vera libertà si ottengono solo a partire da questo amore incondizionato.
Potrà sembrare strano o impossibile, ma alcuni minuti di preghiera giornalieri, l’affrontare la giornata imparando a guardare l’altro come fratello, la santa Messa domenicale vissuta insieme, agiscono lentamente in ciascuno di noi e, se ci lasciamo amare, permettono che quella goccia di sangue che Gesù ha donato per ciascuno di noi scivoli nei nostri cuori e trasformi “un cuore di pietra in un cuore di carne “ (EZ36,26).
L’unico rimpianto di questa vacanza è che sia stata così breve.
Grandissima però la gioia di scoprire che in molti ragazzi c’è un’enorme potenzialità di bene e di amore che non aspettano altro che di emergere ed essere valorizzati.